Dice di chiamarsi Mário Cruz, che è la versione ispanica di Mario Rossi. Ci tampona nel parcheggio di -Piara Pizza Fresh and Ready- che è la versione dimessa di -Pizza Hut-. Un botto secco, cose che cadono dai sedili e un buco sul paraurti della macchina.
Lui è messicano, non ha i documenti, non ha la patente, niente assicurazione. Ha tre figli sul sedile posteriore (e sospetto che sia il compleanno di quello nel mezzo che per l’occasione indossa un vestito giallo da supereroe). Un quarto fratello è rimasto a casa, me lo dice il bambino più grande che nel frattempo è sceso per dare un’occhiata. Mi dice anche che se chiamiamo la polizia li mandano via, poi sgambetta verso il padre che cerca inutilmente di raddrizzare la carrozzeria a spintoni. In effetti i clandestini li rimandano a Tijuana e se i bambini sono nati qui restano da soli a nord del muro.
La polizia non la chiamiamo, scambio di numeri di telefono. L’uomo ringrazia, guarda il cielo, bacia il crocifisso che porta al collo, risale in macchina col figlio appresso e se ne va.
(Si farà risentire un paio d’ore più tardi per chiederci del denaro, dirà che siamo stati noi a distruggergli la macchina e che i bambini si sono fatti male.)