IL CORVO E LA VOLPE / più o meno Esopo → ovvero favola illustrata, liberamente rimoralizzata

IL CORVO E LA VOLPE
Un Corvo rubò un pezzo di carne e si posò su un ramo. La Volpe vedendolo gli andò incontro e si fermò sotto l’albero: “Sapevo di te che eri brutto e nero come la pece, ma adesso che ti vedo mi meraviglio: il tuo corpo è perfetto e le tue penne son lucenti.”
Il Corvo guardava la Volpe dall’alto, inclinando la testa ora da un lato ora dall’altro senza saper che dire. Era solito venir trattato da Uccellaccio del Malaugurio, tanto che ormai era egli stesso convinto di portar sfortuna.
“Se nel cantare sei nobile come nel portamento devi certo essere tu il Re degli Uccelli”, continuò la Volpe.
Fu tale la delizia di saper che qualcuno lo ammirava che desiderò di omaggiare la Volpe con una musica soave. Non pensò più alla carne, aprì la bocca e la lasciò cadere per provare a cantare, ma non seppe dir di meglio che CRA CRA CRA.
In un sol morso la Volpe inghiottì il boccone e, ghignando, se ne andò.

-Il testo di questa favola è stato liberamente riscritto ed interpretato.-

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