È arrivato dalla Cina, il suo nome e il nome della sua città non li so scrivere. Parla italiano come avesse in bocca una zolletta di zucchero. Mi fa fare un giro per il suo negozio di articoli religiosi, poi impugna una sessola di plastica, di quelle che si usano per dare le granaglie alle galline, la infila in un sacco e ne estrae un groviglio orgiastico di minuscoli Gesù bambini. Riversa con cura i corpicini di plastica negli espositori, poi si gira verso di me e me ne mette in mano uno. Ride.
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