4 giugno 2014, notte. Il passato un vuoto di senso, il futuro un senso di vuoto. Uno zaino a fianco al letto. Un biglietto per volare in mezzo al mare, in un posto così piccolo che nel mio mondo di gomma gonfiabile non c’è. Desideri di consistenza liquida, sentimenti fuori misura, solitudine, rumori di inizio estate dalla strada, piante date in affido, il frigorifero da staccare. Lo spazzolino da non dimenticare, e poi un numero di telefono e un nome: Raquel.
4 giugno 2015, notte. Nostalgia di Raquel e anche dell’isola. Nostalgia della stella HR492, nella pancia della Balena. Nostalgia del buio vero, delle vacche sull’altipiano, il nero-freddo della gola del mare, i delfini che non saltano negli hula-hoop, i nidi sul tetto, nostalgia dei biscotti e del pane, dei coleotteri come capocchie di spillo, di una panchina, di un deserto sabbioso grande come un parcheggio, fuoco, alberi di trent’anni, vecchi fermagli per capelli, un muro, anzi due e una collina, troppo grande per gli aerei che non sanno a che altezza volare: -3000 feet, 3000 feet, read-back, read-back…- e allora la chiamano montagna.
NEL MIO MONDO DI GOMMA GONFIABILE
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